A pochi passi da Il Lapino, appena immessi sulla via Volturno alle spalle del Teatro Massimo, vi troverete di fronte la magnifica porta Carini, costruita nel 1782 in corrispondenza di uno degli antichi varchi della città del XIII sec. Dalla porta si accede al mercato del Capo all’interno del Seralcadio da “sari al Qadi” che indicava l’area di pertinenza del Kadì, giurista o governatore durante la dominazione islamica. Sempre a partire dal XIII sec, la parte alta di questo rione venne denominata Caput Seralcadi, da qui il nome che oggi viene utilizzato per identificare il mercato, Capo appunto. Il mercato si espande lungo quattro vie, la principale è via Porta Carini che confluisce in via Beati Paoli (la via prende il nome dalla setta segreta, nata per difendere la povera gente dai soprusi della nobiltà, che si riuniva in una grotta in questa zona) incrociando da un lato via Sant’Agostino e dall’altro via Cappuccinelle, ognuna con prodotti differenti (alimentari, tendaggi, arredamento e abbigliamento). In questo quadrivio, immersi in un’atmosfera dal sapore arabo, tra ‘bbanniaturi (i venditori che propongono la loro merce agli avventori intonando strofe a voce molto alta) e riffaturi (che invitano passanti e mercanti ad acquistare biglietti per una sorta di lotteria), vi troverete ad ammirare, quasi nascoste nel fascino dell’edilizia popolare, stupefacenti costruzioni architettoniche, chiese e palazzi, ognuna con un segreto da svelare. Percorrendo tutto il mercato, perdendovi nei suoi meandri, ammirando le sue bellezze vi accorgerete di essere alle spalle della Cattedrale… ma questa è una storia che vi racconteremo un’altra volta!